NOME: Parrocchia di San Michele Arcangelo
INDIRIZZO: Borgata Provonda 1, Giaveno
DATA DI EDIFICAZIONE: 1753 il fabbricato sulla strada, 1815 il campanile, 1839 la chiesa
VISITABILE ALL’INTERNO: Sì in occasione della festa di San Michele Arcangelo (29 settembre)
CONTATTI: Associazione ONLUS “Canonico Antonio Audero” Pro Provonda e Fusero tel: +39 3395443288
Cenni storici
Nel 1753 gli abitanti di Provonda supplicano l’Abate Bogino della Sacra di San Michele di permettere loro di edificare una cappella campestre. La costruzione sorge sul terreno donato con testamento da un abitante della borgata: Francesco Viretto-Cèca e viene successivamente ampliata nel 1797. Oggi è ancora ammirabile: si tratta del fabbricato che si affaccia sulla strada. Nello stesso anno il vecchio campanile cade e il prevosto della Collegiata di San Lorenzo, il teologo Nicola (futuro Vescovo di Alba) ne ordina la costruzione (che viene terminata nel 1815) di uno nuovo che fosse degno di una parrocchia.
Nel 1825 si dà inizio all’edificazione della chiesa, da dedicare a San Michele Arcangelo. I lavori procedono a rilento e tra diversi intoppi, come la morte del teologo Mo che fu il principale sostenitore (anche economicamente) della necessità di una nuova parrocchia. L’edificio sarà pronto soltanto nel 1839 e avrà anche il suo primo parroco: il sacerdote Leone Giacinto Boriglione da Trana (1808 – 1869) che nel 1840 redigerà la principale fonte di notizie sulle vicende della chiesa di S. Michele Arcangelo: le Memorie istoriche.
Note
Riporta don Boglione il racconto di un’abitante di Provonda: Maddalena Moschietto. La donna racconta della visione avuta da una giovinetta, un autunno nel periodo tra il 1825 e il 1839. Dopo aver sentito un forte rumore, una ragazza si avvicina alla casa parrocchiale per scoprire l’origine del fracasso e a quel punto vede al piano rialzato la figura del teologo Mo, con il viso pallido e avvolto in una veste candida. La giovane avvisa Luigi Giacone fu Mattia “custode” della casa parrocchiale, che entra a controllare e trova tutte le finestre chiuse, escludendo quindi l’ipotesi che il rumore fosse stato generato dal vento. La voce della vicenda si diffonde nella borgata e presto anche a Giaveno, giungendo infine alle orecchie del canonico Giorda, allora amministratore temporale della futura parrocchia di Provonda, che decide quindi di accelerare la fine dei lavori.
Secondo don Boglione l’etimologia del nome “Provonda” deriva dalle parole latine “Prope undam”, ovvero “vicino alle acque”.